Tecniche di stampa: Litografia roto-offset

Sistema Rotooffset. Foto di Sven Teschke. Da Wiki commons, Licenza CC BY SA 3.0

Nei precedenti articoli abbiamo approfondito due delle tecniche di stampa più usate oggi, ovvero la litografia offset (offset-piana o a foglio) e la rotocalcografia. In questo articolo, vedremo una tecnica che può essere considerata, in un certo senso, una fusione delle due: la stampa litografica roto-offset.

La stampa roto-offset è una stampa “planografica” di tipo offset, che quindi non trasferisce l’inchiostro direttamente dalla matrice al foglio ma lo fa attraverso un rullo intermedio. A differenza della litografia offset-piana però, la roto-offset utilizza macchine rotative a bobina, che permettono di stampare su una superfice proveniente da un rotolo continuo. Questo processo è altamente efficiente per produzioni di massa, grazie alla sua capacità di stampare grandi quantità di materiale in tempi ridotti.

Perché e per cosa viene utilizzata

Vantaggi e Svantaggi

Come detto, la roto-offset è una litografia che combina elementi della stampa offset ai vantaggi della stampa a rotative tipiche della rotocalcografica, offrendo un rapporto qualità/velocità di produzione altissimo. Questa tecnica è particolarmente adatta per grandi volumi di stampa come libri, riviste e periodici.

I sistemi di stampa roto-offset sono macchine rotative a bobina molto complete, che stampano contemporaneamente in bianca e volta e a più colori. Tali macchine di stampa integrano spesso sistemi di post stampa e finitura, come: asciugatura, piega, taglio di finitura, colla, sistema di siliconatura per la lucentezza. Questi sistemi di stampa costituiscono un vantaggio economico altissimo perché permettono l’abbattimento dei costi di produzione a tirature medio-alte e alte.

Per valutare meglio vantaggi e svantaggio, però, dobbiamo fare un paragone con le altre tecniche di stampa industriale citate prima.

Differenze rispetto alla offset a fogli (offset-piana)

Anche la stampa offset-piana utilizza un metodo indiretto, attraverso delle lastre di alluminio che trasferiscono l’inchiostro su un cilindro di caucciù, che a sua volta trasferisce l’immagine sulla carta.

La tipica stampa offset a fogli quindi, permette di ottenere stampe di alta definizione su vari tipi di supporti. Tuttavia, rispetto a quella a rotative, è più adatta per tirature medie e medio alte, poiché utilizza fogli di carta già tagliati ma richiede ha una frequenza di stampe al minuto più bassa e in certi casi, costi di post-stampa più alti rispetto alla roto-offset.

Capannone di stampa roto-offset industriale. Foto di Subhashish Panigrahi. Da Wiki commons, Licenza CC BY SA 4.0

La roto-offset permette la produzione di stampe con una maggior produttività e minori costi di gestione, se pur di qualità inferiore. Tale differenza qualitativa, tra la roto e la piana, diventa sempre meno apprezzabile con il miglioramento dei sistemi di stampa avvenuta negli ultimi anni.

Inoltre i sistemi di stampa roto-offset sono generalmente più complessi, costosi e a volte, ingombranti. Mentre un sistema offset-piano può occupare anche solo una stanza, alcuni sistemi roto-offset, invece, possono occupare un intero capannone

Esempio sistema di stampa offset-piano.
Esempio sistema di stampa offset-piano. Foto Macchina offset Ryobi 754, immagine ad uso formativo dal sito del produttore RMGT.

Differenze rispetto alla rotocalcografia

In questo caso le differenze sono tecnicamente più evidenti, anche se, ad un occhio inesperto, i due sistemi di stampa a rotativa sembrano visivamente molto simili.

In realtà, la rotocalcografia, è da un punto di vista tecnico una incavografia che utilizza cilindri incisi per trasferire l’inchiostro direttamente sulla carta. Questo metodo è ideale per stampe di altissima qualità e dettagli finissimi, come quelli richiesti per riviste di lusso e packaging di alta gamma.

Tuttavia, la rotocalcografia è meno efficiente a grandi volumi di stampa, rispetto alla roto-offset, poiché richiede tempi di preparazione più lunghi e costi di produzione più elevati.

Applicazioni

La completezza dei sistemi di stampa roto-offset, rende questa tecnica molto versatile. Viene particolarmente utilizzata per la realizzazione di tabloid, prodotti editoriali che prevedono segnature di varie fogliazioni, quindi magazine, libri e periodici vari.

Tuttavia, può essere utilizzata tranquillamente per la stampa di uno svariato numero di supporti grafici, purché siano tirature sufficientemente alte: volantini, bigliettini da visita, pieghevoli, cartelle stampa, espositori e poster di vario formato.

Processo di stampa roto-offset

Per approfondire queste fasi puoi leggere l’articolo sulla litografia offset perché sono pressoché identiche, con la differenza che al posto di avere diversi fogli che passano da un castello all’altro, c’è un unico foglio a bobina che passa attraverso le rotative come nel caso della rotocalcografia.

Schema di esempio di un sistema Roto-offset. Illustrazione di Roberto Maiolino, Da Wiki commons, Licenza CC BY SA 4.0.

Andiamo quindi, a riassumere e ripercorrere le fasi di stampa della litografia offset.

Prestampa

In questa fase si prepara la stampa partendo dal file esecutivo per definire la sequenza delle pagine da stampare, in base alle segnature e dividere le tinte nelle componenti cromatiche corrispondenti agli inchiostri di ogni castello. Quindi si fa la caduta macchina e si preparano le lastre matrici.

Esempi segnature
Segnature. Immagine di Roberto Maiolino. Da Wiki commons, Licenza CC BY SA 4.0

Gli schemi di caduta macchina riportano anche le informazioni necessarie sui i colori da utilizzare nelle varie segnature compresa la presenza di eventuali colori speciali. Una volta definita la separazione dei colori, che dobbiamo fare in base agli inchiostri da utilizzare (Generalmente quattro inchiostri CMYK e/o Pantone), bisogna generare per ogni inchiostro un così detto retino. 

Immagine d’esempio da stampare. Foto di Andrés Nieto Porras. Da Wiki commons, Licenza CC BY SA 2.0

Questa tecnica consente di scomporre un immagine a tono in tanti piccoli puntini con distanze e/o di dimensioni diverse, ogni puntino corrisponde ad un inchiostro. Grazie a questa tecnica si possono preparare diverse lastre matrici retinate, una per ogni inchiostro.

Separazione delle lastre in CMYK. Foto di MikeRun. Da Wiki commons, Licenza CC BY SA 4.0

Le lastre possono essere preparate tramite fotoincisione, utilizzando lastre fotosensibili o tramite tecnologie più moderne come quelle computer-to-plate (CTP), che permettendo anche modifiche last-minutes, grazie all’utilizzo di stampanti laser a controllo digitale per il trasferimento dal file digitale alla lastra.

Preparazione stampa

Durante la preparazione stampa, le singole lastre vengono montate nei castelli del sistema di stampa e viene caricata la bobina con il supporto da stampare.

Poi si procede all’inchiostratura, caricando ogni singolo inchiostro nel rispettivo castello. Come detto prima, i colori negli inchiostri corrispondenti. Per ogni inchiostro è stata creata una lastra ed ogni lastra è stata inserita in un castello. Quindi nel castello con la lastra ciano, metteremo l’inchiostro ciano; Faremo lo stesso con il castello della matrice magenta, giallo, nero ed eventuali inchiostri speciali.

Stampa

l principio di funzionamento si basa sul fatto che la natura oleosa dell’inchiostro litografico e l’acqua non si mescolano risultano incompatibili e si respingono a vicenda. La matrice viene inumidita e l’acqua crea uno strato protettivo solo sulle zone che non dovranno trattenere l’inchiostro. L’inchiostro, invece, aderirà solo nelle zone non protette dalla pellicola d’acqua.

schema di funzionamento di un castello roto-offset
Schema di esempio della stampa Roto-offset. Illustrazione di Roberto Maiolino, Da Wiki commons, Licenza CC BY SA 4.0.

In ogni castello il cilindro di stampa, strofinando con il cilindro lastra, viene “macchiato” dalla lastra retinata che vi trasferisce l’inchiostro. La superfice di stampa, quando entra nel castello, passa tra il rullo di pressione (o di trasferimento) e il cilindro di stampa, ricevendo così l’inchiostro che rimane impresso sulla superfice.

A questo punto il foglio passa al castello successivo che imprimerà la retinatura successiva. Dopo l’ultimo inchiostro, la superficie stampata passa attraverso un processo di asciugatura e in alcuni casi, anche di taglio.

Post stampa

Dopo la stampa, il prodotto passa attraverso diverse fasi di finitura. Queste possono includere la piegatura, la rilegatura e altre lavorazioni speciali come la plastificazione o la verniciatura. La finitura è cruciale per garantire che il prodotto finale sia di alta qualità e pronto per la distribuzione.

Conclusione

In sintesi, la stampa roto-offset può rappresentare un equilibrio ideale tra qualità e velocità di produzione, rendendola una scelta ideale per grandi tirature di materiali promozionali e editoriali. Rispetto alla stampa offset e alla rotocalcografia, la roto-offset offre una maggiore efficienza per volumi elevati, mantenendo comunque un buona qualità di stampa.

Autore dell'articolo: Roberto Maiolino

Formazione professionale da graphic designer, lavoro nel settore nel marketing tradizionale e digitale. Una figura unica per la grafica, la comunicazione e l’advertising. Da anni lavoro per le aziende sul territorio nazionale e per le agenzie di comunicazione del Trentino-Alto Adige. www.robertomaiolino.it

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